Gag e battute esilaranti, condite come sempre da un pizzico di invito alla riflessione. Questo è stato lo spettacolo che Roberto Benigni ha regalato a chi ha partecipato alla presentazione dell’ultimo libro di Papa Francesco ‘Il Nome di Dio è Misericordia’, che si è tenuto ieri nelle stanze del Vaticano.
Il comico toscano ha letteralmente imbonito la sala con i suoi riferimenti alla gioventù, perché quando tutti gli chiedevano cosa volesse fare da grande lui rispondeva che voleva diventare papa. Notando che con questa riposta suscitava l’ilarità di tutti, decise di fare il comico, una carriera che sta portando avanti da anni con felicità di tutto il mondo.
Benigni ha quindi presentato il volume, affermando che solo un papa lungimirante di idee e aperto al dialogo poteva chiamare per presentare il suo volume un vescovo veneto, il cardinale Parolin, un prelato cinese e un comico toscano. Un trittico alternativo ma efficace, che ha presentato il primo libro del pontefice in modo leggero, ma sottolineando la vocazione rivoluzionaria di papa Francesco, facendo riferimento anche alla presenza di Eugenio Scalfari in platea, definito ‘rivoluzionario fra i rivoluzionari’.
Benigni ha quindi proseguito il suo discorso raccontando che appena ricevuta la telefonata che chiedeva di partecipare all’evento ha detto subito di sì, senza neanche sapere quale era la richiesta, perché per questo papa farebbe di tutto, la guardia svizzera o anche guidare la sua automobile. Invece il comico toscano è stato scritturato per partecipare ad una presentazione molto sui generis, ma che sicuramente ha contribuito a dipingere con semplicità e leggerezza l’uscita del volume del pontefice, prima delle opere dedicata alla riflessione del nostro presente sotto il punto di vista della chiesa cattolica.