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atene spartaAlzi la mano chi non è rimasto affascinato dalle vicende della guerra del Peloponneso, dalle lotte sanguinarie che nell’antichità hanno coinvolto Sparta e Atene, la prima simbolo della forza bruta e la seconda dell’intelletto e della forza della cultura. Un gruppo di archeologi internazionali ha ritrovato nel cuore del Mar Egeo, in territorio turco, quella che sarebbe stata lo scenario principale della guerra, ovvero l’isola di Kane, un lembo di terra narrato dallo storico Senofonte e molto vicina alla mitica battaglia di Arginuse. Si tratta del luogo dove Atene sconfisse Sparta, una battaglia storica dove gli ateniesi persero moltissimi uomini e che valse la successiva vittoria di Sparta.

Le isole Arginuse sono oggi chiamate Garip e si trovano a pochi chilometri di distanza dalla costa turca. Si tratta di tre isole, ma fino a pochi giorni fa ne erano state scoperte solamente due. I test eseguiti dai ricercatori hanno quindi dimostrato che l’attuale penisola era un tempo un’isola, e che questa conformazione naturale è dovuta alla presenza di un canale naturale creato in seguito ad un terremoto o ad un potente fenomeno di erosione.

Mediante l’impiego del radiocarbonio, i ricercatori si sono impegnati a datare le stratificazioni e lo studio può definire l’età del fenomeno naturale. Gli archeologi hanno inoltre rinvenuto dei resti sommersi di un antico porto, i quali dimostrerebbero che la penisola attuale era un tempo una vera e propria isola. La scoperta porterebbe quindi alla conoscenza della terza isola e disegnerebbe lo scenario di una delle battaglie più importanti e famose di tutta l’antichità.

La battaglia di Arginuse segnò infatti il crollo degli ateniesi, perché pur avendo vinto la battaglia contro gli spartani si videro decimati e senza flotta a causa di una terribile tempesta. Secondo la legge in vigore, i comandanti ateniesi che fecero ritorno in patria furono inoltre condannati a morte per avere lasciato morire i compagni e questo segnò la fine della Guerra del Peloponneso, che si concluse un anno dopo con la vittoria di Sparta su Atene.

grillo_beppe_fb1--400x300Da qualche giorno la rete sta impazzendo alla notizia di Beppe Grillo, Movimento 5 Stelle, che è stato condannato ad un anno di reclusione per la diffamazione di un professore universitario, Franco Battaglia, docente di chimica ambientale al dipartimento Enzo Ferrari di Modena e Reggio Emilia. Le vicende risalgono a qualche anno fa, precisamente al 2011, quando Beppe Grillo in un comizio infuocato aveva accusato il professor Battaglia di essere completamente allineato alle multinazionali, di avere detto che a Chernobyl non era morto nessuno e soprattutto di non essere all’altezza di una cattedra a causa della sua ignoranza in materia nucleare.

La sfuriata di Beppe Grillo era stata molto intensa, in quanto attaccando il professore il leader del Movimento 5 Stelle invitava i cittadini italiani a non pagare più il canone televisivo Rai, sostenendo che lui non lo faceva perché era indegno pagare delle tasse per sentir parlare delle persone come Battaglia, ree di essere consulenti conosciuti delle multinazionali e di avere opinioni che non stanno né in cielo né in terra sul tema del nucleare. Il professore era stato infatti invitato ad una puntata di Anno Zero, dove aveva esposto le sue teorie in merito a questa forma di energia.

All’annuncio della condanna ad un anno di reclusione Grillo si è detto soddisfatto e si è anche paragonato a leader storici come Pertini e Mandela, che nel corso della loro carriera politica hanno dovuto vivere l’esperienza del carcere. La rete non ha però perdonato a Beppe Grillo questa similitudine un po’ troppo esagerata e si è lanciata in tanti commenti che in queste ore stanno suscitando molta ilarità nel web. Chi ha voglia di farsi una risata può quindi visitare i tanti blog e forum dove gli utenti stanno sbeffeggiando Beppe Grillo, perché va bene essere ‘dritti’ e ‘convinti’ delle proprie idee, ma paragonarsi a leader che hanno scritto la storia del mondo è forse un po’ troppo pretenzioso