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petalosoSembra proprio che la fantasia e la dolcezza di un bambino delle scuole elementari abbia dato vita ad una nuova parola. La vicenda è accaduta nei giorni sorsi, quando un allievo della classe 3C della scuola di Copparo ha annotato nel suo quaderno la scritta ‘fiore profumato petaloso’. Quel ‘petaloso’, aggettivo che non è presente nella lingua italiana, potrebbe presto farne parte, visto che è piaciuto tantissimo alla rete, ma soprattutto all’Accademia della Crusca, che potrebbe annoverarlo fra le nuove parole della lingua italiana.

Del resto si tratta di un aggettivo semplice e di effetto, quindi la maestra Margherita Aurora ha deciso di segnarlo in rosso, perché la parola non esiste, ma di scriverci accanto che si trattava di un errorebello’. La condivisione sui social è stata virale e in pochi istanti la dolcezza di questo nuovo termine ha contagiato tutti. La maestra ha quindi dichiarato che appartiene alla scuola di Gianni Rodari, poeta e scrittore per bambini che non ha mai criticato gli errori, anzi, perché solo da essi può nascere la fantasia e il piacere della scoperta.

E in effetti il poeta ha avuto ragione, perché da un errore non certamente voluto è probabilmente nata una nuova parola e Matteo potrà essere felice di aver coniato un nuovo termine, che potrebbe venire impiegato da milioni di italiani, tradotto in tante lingue e magari diventare fonte di ispirazione per la nascita di altre parole simili in tutto il mondo. Il termine ‘petaloso’ è infatti adorabile, non sconvolge la sintassi della lingua italiana e rende perfettamente l’idea, quindi ha tutte le carte in regola per entrare a far parte della lingua, anche se nella realtà un po’ parte del vocabolario comune lo è già, vista l’immensa condivisione sui canali social e sui blog che questo nuovo e dolcissimo termine ha avuto negli ultimi giorni.

Outlaw_Pete_cover_hi-700x591Per Bruce Spingsteen dopo il debutto debutto dietro la macchina da presa con il cortometraggio “Hunter of Invisible Game”, è arrivato il momento di dimostrare anche il suo talento letterario, con l’aiuto del fumettista e scrittore Frank Caruso.

L’instancabile Bos è pronto a pubblicare un racconto tratto da una sua canzone, Outlaw Pete, il pezzo che campeggiava all’inizio del disco Working on a Dream del 2009, storia di un bandito che era già un fuorilegge quando ancora era in fasce.
Ovvio, come dice Frank Caruso, che ha illustrato il racconto di Springsteen (in uscita il 4 novembre per i tipi della Simon & Shuster), pensare a una forte continuità con grandi eroi-bambini della letteratura americana come Huckleberry Finn.
“Quando l’ha scritta”, sostiene Caruso, “non ha inventato solo una grande canzone, ma anche un grande personaggio”.

Nella conferenza stampa di presentazione è stato detto che il libro: “è basato su una nota canzone che parla di un bambino che svaligia banche, le cui azioni diventano la scusa per la riflessione sul peccato, il fato ed il libero arbitrio.”

Springsteen ha commentato: “Outlaw Pete è essenzialmente la storia di un uomo che cerca di sopravvivere e mettere da parte i propri peccati.”

Caruso, il disegnatore, ha a sua volta commentato a proposito del progetto: “Quando Bruce ha scritto Outlaw Pete non ha solo scritto una bellissima canzone, ha anche creato un personaggio rappresentativo. La prima volta che ho ascoltato la canzone ho subito immaginato il libro nella mia testa. Come Tom Sawyer, Huck Finn, Dorothy Gale e per me, anche Braccio di Ferro, Outlaw Pete si radica nel folklore del nostro paese.”

foto-3La vista di un bambino di 7 anni è stata salvata grazie a un trapianto di cornea artificiale, avrebbe purtroppo perso la vista dell’occhio destro a causa di un trauma che lo aveva già costretto a subire numerosi interventi.

L’eccezionale operazione è stata eseguita, nel maggio scorso, da Luca Buzzonetti, responsabile della Struttura complessa di oculistica dell’ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Palidoro e dalla sua équipe. Si tratta del primo intervento del genere effettuato nella struttura e uno dei pochissimi realizzati finora al mondo su pazienti pediatrici.

Per l’operazione sono stati inoltre consultati i chirurghi del Mass Eye & Ear Boston Keratoprothesis Center, ad oggi principale Centro internazionale per questo particolare tipo di chirurgia a livello mondiale, e dopo un’approfondita valutazione, considerata soddisfacente la risposta funzionale dell’occhio del bambino, il team di specialisti del Bambino Gesù guidato da Buzzonetti ha deciso di procedere con il trapianto.

L’alternativa sarebbe stata un intervento totalmente demolitivo. Regolare il decorso post-operatorio del piccolo paziente, che a distanza di pochi giorni ha potuto riprendere la sua vita normale.

La cornea artificiale è paragonabile a una lente simile ad una cornea naturale. E’ composta in parte da tessuto sintetico, in parte da tessuto umano.

La peculiarità di questo tipo di trapianto è che non può dare rigetto, mentre è elevato il rischio di infezione. Tale rischio è maggiore tra i bambini perché meno in grado degli adulti di tenere sempre pulito e protetto l’occhio al quale, dopo l’operazione, viene applicata una lente a contatto in modo permanente.