Nessuno striscione, pochi cori e tanto rammarico per la sorte del ricercatore italiano Giulio Regeni. Il classico ‘concertone ‘ del 1 maggio è stato interamente dedicato alla memoria di Giulio, un gesto che ha saputo scavalcare ogni barriera politica e ha dimostrato un festival meno ‘caldo’ rispetto al passato.
Gli stessi artisti, intervistati alla fine della kermesse, hanno dichiarato che il concerto del 1° maggio di Roma ha perso la sua vocazione politica, prova ne è stata la mancanza di slogan e di cartelloni che un tempo coloravano piazza San Giovanni fin dalle prime ore dell’alba.
Il festival del giorno d’oggi è più popolare, meno schierato, ma sicuramente un evento irrinunciabile per molti giovani. Alcune persone hanno spiegato che la ragione di questo può essere ricercata nella concomitanza con il festival organizzato a Taranto, forse più politico nelle intenzioni, ma il primo maggio è apparso più ‘cauto’ rispetto a qualche anno fa, meno sentito, anche in termini di pubblico. Gli organizzatori hanno infatti stimato la presenza di 200mila persone fisse e di 800mila persone che hanno raggiunto la piazza nel corso della giornata.
Numeri interessanti, distanti però dai bagni di folla che si registravano nelle edizioni passate. Il concertone è stato in ogni caso dichiaratamente dedicato alla memoria di Giulio Regeni e tanti sono stati gli appelli alla ricerca di verità condotti dagli artisti e dalla gente accorsa per lo spettacolo. Il festival ha quindi reso omaggio anche a due artisti scomparsi troppo presto, l’italiano GianMaria Testa che è stato omaggiato da Raiz degli Almamegretta, dagli Avion Travel e Paolo Rossi e Prince, che è stato celebrato dal conduttore Luca Barbarossa e dagli artisti accorsi per partecipare a un evento storico e immancabile, ma che forse ha perso un po’ del suo smalto originale.