Nel fine settimana appena trascorso, Parigi ha ospitato la Conferenza Mondiale sul Clima, un evento che era atteso da mesi, ma che ha dovuto subire non pochi cambiamenti dal punto di vista organizzativo alla luce dei recenti fatti di cronaca che hanno colpito la capitale francese. Da mesi gli attivisti ambientali preparavano, infatti, dei cortei e delle manifestazioni per esprimere il loro dissenso nei confronti di chi inquina e anche per chiedere ai paesi coinvolti nell’incontro idee e manovre più giuste per il nostro delicato ecosistema.
Parigi è stata quindi blindata e nessuna manifestazione ha potuto avere luogo per ragioni di ordine pubblico. Il tutto è stato considerato normale, in quanto troppo alto è ancora il termometro che rivela il rischio terrorismo, quindi i manifestanti hanno scelto di operare per vie diverse e hanno simbolicamente deposto 22mila paia di scarpe sulla Place De La Republique, accompagnate da slogan inneggianti all’ambiente e alla sua salvaguardia.
Le scarpe sono quindi diventate il simbolo di una marcia vietata, perché tante erano le persone pronte a manifestare per l’occasione. Stivali, sandali, ballerine e quant’altro hanno riempito la centrale piazza parigina, con cartelli dove erano spiegate le intenzioni dei manifestanti. Le persone hanno dichiarato che non possono marciare, ma che il loro pensiero va alle lobby del petrolio e a tutte le persone che inquinano smisuratamente il nostro pianeta, che chiedono di essere fermati alla luce degli apocalittici dati raccolti prima della Conferenza sul Clima Mondiale.
Tra le 22mila scarpe raccolte figuravano anche quelle di papa Francesco, a dimostrazione che la Chiesa si sta avvicinando sempre più al tema dell’etica e della salvaguardia della bellezza naturale, come dimostrato delle ultime pubblicazioni di Papa Francesco, incentrate sull’importanza dell’ambiente e del suo rispetto da parte dell’umanità intera. Place de La Republique ha quindi mostrato nella giornata di ieri un’atmosfera surreale, riempiendosi di scarpe che hanno voluto dimostrare che le persone pronte a manifestare per l’ambiente ci sono e non possono essere fermate, anche se i problemi di sicurezza, per questa volta, hanno avuto la meglio.