Dopo le stragi terroristiche che hanno insanguinato Parigi venerdì scorso, si stanno alzando le voci di tanti fedeli musulmani che dichiarano al mondo la loro completa estraneità e urlano forte la loro condanna ai fatti avvenuti. Colpisce, in particolare, il video pubblicato dal quotidiano on line La Repubblica che mostra un’intervista effettuata all’Imam di Monfalcone, in provincia di Gorizia, sede di una popolosa comunità musulmana nel nostro paese, che in poche ore ha raggiunto 4 milioni di visualizzazioni in rete.
L’Imam Abdelmajid Kinani è da anni in costante contatto con la polizia e si adopera per riferire ogni voce e ogni indizio che possa condurre a scovare idee e intenzioni terroristiche. Si tratta di un uomo che ha affermato la colpevolezza delle persone che hanno effettuato le stragi, dichiarando pubblicamente che non si tratta di musulmani, ma di persone che sono mosse dall’alto, da qualcuno che ha il desiderio di scatenare una guerra fra religioni. Chi si muove per l’islam, secondo le parole dell’Imam, non uccide persone innocenti a sangue freddo e non si comporta in questo modo, quindi i giovani che hanno compiuto quelle azioni sono stati educati in modo sbagliato, sia dal punto di vista scolastico che religioso ed ideologico.
L’Imam si dichiara convinto che l’Italia non verrà mai colpita come è accaduto in Francia, perché il trattamento che la comunità islamica vive nel nostro paese è migliore e le persone che hanno scelto di risiedere pensano a cercare un lavoro e a sfamare le proprie famiglie. Non ci sono altre idee o altri pensieri nascosti, e il rapporto fra la comunità islamica e il popolo italiano è di totale rispetto. L’Imam ha quindi lodato il comportamento e l’accoglienza della comunità di Monfalcone e si è augurato che la benevolenza con la quale sono stati accettati sia la base per costruire un futuro assieme, perché la comunità islamica è ospite in Italia e quindi ha il dovere di farsi conoscere e di farsi accettare dalla cittadinanza. Secondo l’esponente religioso tutto deve partire dalla scuola, un luogo dove i bambini possono sentirsi leggeri e compresi e il futuro di convivenza fra le due comunità può essere scritto in modo diverso e migliore.