Ieri la Turchia è stata scossa da uno degli attentati più cruenti e inaspettati di tutta la sua storia. 129 persone morte e 508 ferite è infatti il bilancio dell’attentato che ha avuto luogo durante la marcia pacifista di Ankara e la polizia ha oggi affermato di avere individuato almeno uno dei due attentatori. Si tratterebbe di un giovane uomo dai 20 ai 25 anni, in quanto secondo il giornale filogovernativo Yeni Safak gli inquirenti sarebbero riusciti a recuperare delle impronte digitali dai resti dell’ordigno esploso e ad identificare l’esecutore materiale della strage.
Secondo un altro giornale locale, Habertuk, si tratterebbe del fratello dell’attentatore suicida autore della strage di Suruc avvenuta ai confini con la Siria lo scorso 20 agosto, durante la quale morirono 34 persone, mentre un’altra fonte di stampa locale, il quotidiano Milliyet, riporta la notizia che l’esecutrice materiale della strage sarebbe una donna. Si tratta di pareri discordanti, in quanto la Turchia sta vivendo momenti di grande caos in queste giornate e l’attentato non è stato ancora rivendicato da nessuna fonte ufficiale.
Le prime indicazioni fanno comunque pensare che dietro alla strage vi sia la mano dell’Is, e le indagini degli acquirenti si stanno concentrando su questa pista. Nella sola giornata di ieri la polizia turca ha arrestato 36 persone legate al califfato, ma non sembrano esserci collegamenti con l’attentato di Ankara.
Nel frattempo, la tensione nello Stato rimane altissima e nonostante il Pkk, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, avesse annunciato un cessate il fuoco fino al giorno delle elezioni, previsto per il 1° di novembre, l’esercito turco ha effettuato nella giornata di ieri degli attacchi aerei contro il Pkk nel nord dell’Iraq e nel sudest della regione turca, uccidendo quasi cinquanta esponenti della guerriglia curda.