Scandali, ruberie e malaffare sono all’ordine del giorno a Roma in queste giornate bollenti, dopo la scoperta che il sindaco Marino ha usato la carta di credito comunale come se fosse un pozzo senza fondo. Si tratta di un episodio che ha ulteriormente scosso la Capitale, già colma di problemi e con il giubileo che si propone alle porte.
Il sindaco Marino è stato accusato di avere impiegato soldi comunali per cene ed eventi, senza badare tanto all’importo dei conti e impiegando le risorse per gli affari propri. Le prove ci sono eccome, ma Marino ha scelto di andare avanti a testa alta, affermando che nei due anni del suo mandato ha speso circa 20mila euro per spese di rappresentanza ‘utili per la città’, ma dopo avere considerato che ciò non è stato accettato, ha deciso di mettere di tasca propria questi soldi, rinunciando alla carta di credito, ma non certo alla poltrona di primo cittadino.
Secondo Marino, si tratta di spese che sono servite per migliorare le condizioni della città, come la cena con il mecenate Usmanov, costata ben 3.540 euro, che secondo il primo cittadino ha permesso di restaurare la fontana del Quirinale e di beneficiare di circa due milioni di euro che sono finiti dritti nelle casse del Campidoglio. Marino è quindi pronto a fare i conti e ha incaricato la ragioneria del comune di conteggiare al centesimo le sue spese, per staccare un assegno personale che le coprirà interamente.
Se lo scandalo non fosse venuto alla luce, queste spese sarebbero però gravate sulle casse del paese, quindi cosa c’è di vero e cosa c’è di montato in questa vicenda? Sicuramente gli scontrini dei locali non mentono, così non come non mente il rappresentante della comunità di Sant’Egidio che afferma di non aver mai partecipato o beneficiato di cene organizzate dal sindaco. La ‘mazzata’ è arrivata dal ristoratore sotto casa, che ha affermato di avere assistito ad una bella cena fra Marino e la moglie a base di pesce, costata 150 euro e pagata con la carta di credito del comune di Roma.
Ad aprire lo scandalo è stata l’interrogazione parlamentare di Fratelli d’Italia e del Movimento 5 Stelle, i primi che hanno alzato il polverone sulle spese pazze del sindaco, che ammonterebbero a ben 175mila euro annuali, circa 12.500 euro al mese, una cifra ben lontana dai 20mila euro totali dichiarati dal primo cittadino della capitale.