Alcuni giorni fa Silvio Berlusconi, in visita ufficiale dall’amico Vladimir Putin si era recato, senza il consenso del governo in carica, a visitare la penisola della Crimea, luogo dove gli occidentali non sono ben accetti a causa delle delicata situazione che questo lembo di terra sta vivendo. Incuranti delle leggi promulgate, Silvio Berlusconi, Vladimir Putin e una delegazione di persone a loro vicine si sono recati in terra di Crimea, sollevando un vero e proprio polverone che ha fatto eco nei giornali locali e nei quotidiani di tutto il mondo.
Ieri è arrivata secca la decisione del governo Ucraino in carico di bandire per un periodo di tre anni l’ex presidente del consiglio dal paese ucraino come ospite non desiderato. Si tratta di un bando deciso “per proteggere gli interessi della sicurezza nazionale”, che è stato emanato dai servizi di sicurezza del SBU. L’agenzia di stampa ucraina Tass ha inoltre dichiarato che la procura ucraina ha aperto un’inchiesta su Silvio Berlusconi per la sua visita dello scorso anno sul Mar Nero. La questione si rivela essere politica, in quanto è importante ricordare che il referendum che vede la Crimea annessa alla Russia non è stato riconosciuto valido dalla comunità internazionale.
Contro Berlusconi si era scagliato anche l’ambasciatore ucraino a Roma Evhen Perelygin, il quale aveva bollato la visita in Crimea come una provocazione che deve essere letta come una sfida all’integrità nazionale della nazione ucraina, ma soprattutto come una violazione delle decisioni prese dall’Europa e dall’Onu rispetto all’occupazione della Crimea da parte della Federazione russa.
La blacklist di Kiev non ha comunque colpito solo Silvio Berlusconi, ma anche 34 giornalisti stranieri fra cui 4 dell’emittente inglese BBC e altri provenienti da molti paesi del mondo, nonché sette blogger, tutte persone che hanno ricevuto il bando per cause legate alla loro professione.