L’ora 00.01 del 1 settembre è stata molto importante, anzi cruciale, per tanti insegnanti precari italiani, che si sono visti recapitare le mail di comunicazione partite dal ministero dell’istruzione. Gli insegnanti precari che aveva fatto richiesta di assunzione a tempo indeterminato avevano infatti la possibilità di richiedere la cattedra fissa, ma le regole parlavano chiaro: essa poteva essere in qualsiasi località d’Italia, dove c’era effettivamente bisogno. Questa è stata una delle manovre principali della Buona Scuola, un progetto e una manovra che si impegna a saturare con assunzioni a tempo indeterminato posti vacanti, ma che ‘pesca nel mucchio’ fra gli insegnanti che ne hanno fatto richiesta. Ecco quindi proporsi casi di insegnanti provenienti dalla Sicilia, dalla Puglia, dalla Basilicata e dalla Campania assegnati a Roma, oppure all’Emilia Romagna e in tante località della Lombardia e del nord Italia.
Non si tratta solo di uno spostamento che può essere fatto in nome del posto fisso, ma di una scelta che interessa la famiglia, soprattutto se le cattedre vengono assegnate a persone che hanno già maturato una lunga carriera professionale e alle quali mancano pochi anni per andare in pensione. 10 sono i giorni che serviranno agli insegnanti per decidere se accettare o meno l’incarico a tempi indeterminato, in quanto per questo anno molti possono contare su una supplenza che si trapassa da tempo, ma che è vicina alla loro zona di residenza. Cosa scegliere, quindi, fra un posto fisso lontano migliaia di chilometri da casa e l’incertezza di continue supplenze che però avvengono vicino al proprio posto di origine? Questo è il cruccio che interessa in questi giorni tanti insegnanti italiani, che dovranno prendere una decisione entro questo periodo di tempo e scegliere quindi il corso del loro futuro e di quello dei loro cari.