Papa Francesco ci ha abituato ormai con le sue dichiarazioni, non sempre apprezzate per la verità. L’ultima è quella di oggi. In un’intervista ha dichiarato che probabilmente il suo pontificato sarà breve e che durerà solo pochi anni. Non si capisce bene, in effetti, se ha intenzione di dimettersi oppure se teme la morte (e alla sua età non è un’eventualità così difficile).
I maligni potrebbero obiettare che si sta rendendo conto come la sua azione sia fallimentare, sotto molti punti di vista, e quindi stia pensando di ritirarsi a vita privata. I complottisti, invece, probabilmente pensano ad una sua possibile eliminazione da parte di fantomatici gruppi di potere ostili al cambiamento in Vaticano (ma quale cambiamento, poi?).
Da parte nostra non prendiamo posizione nè per una nè per l’altra ipotesi. Non facendo parte nemmeno della chiesa cattolica non ci interessa molto il modo in cui viene gestita questa organizzazione. Quello che purtroppo pesa nella vicenda di Papa Francesco e il suo peso mediatico che spesso veicola un messaggio assolutamente non condivisibile.
Pensiamo, giusto per fare un esempio, a tutti i messaggi a tema economico con contenuti sbagliati (alla fine la colpa è sempre del capitalismo cattivo, mentre il bolivarismo, il comunismo e l’integralismo islamico sono il sol dell’avvenire) o alla sua giustificazione implicita del folle attacco terroristico di Parigi. Tra l’altro in quell’occasione, disse che se qualcuno offendeva sua madre, lui avrebbe sferrato un pugno. Peccato che proprio il giorno dopo un ragazzino picchiò un compagno con un pugno con questa precisa giustificazione, mandandolo in coma.
Un altro episodio che non possiamo che definire vergognoso (oltre che blasfemo) è la visita di Papa Francesco alla barriera difensiva che ha salvato così tante vite umane. Ebbene, in quell’occasione si mise a pregare con lo stesso atteggiamento che di solito si assume presso il Kotel, il muro del pianto.
Auguriamo quindi lunga vita a Papa Francesco ma auguriamo al mondo intero che si possa dedicare agli affari suoi (o a quelli della chiesa che dirige) senza interferire con la vita degli altri esseri umani e senza sparate inutili, offensive o blasfeme.