E nel mentre Napolitano lascia il suo posto al quirinale e tutti i politici stanno preparando le loro migliori armi per decidere chi sarà il prossimo capo di stato italiano, ecco che arrivano le prime decisioni per un’Italia migliore: un altro taglio alla sanità per risparmiare qualche altro buon miliardo da spendere altrove.
Tutta una questione di contratti, che ha fatto scattare la clausola necessaria per imporre un taglio decisivo ai fondi sanitari nazionali. Ancora meno denaro quindi da investire per la nostra salute, considerando che sono stati apportati già inizialmente dei tagli per il settore. Ovvio che i rappresentanti di questo settore, così indispensabile tra i servizi pubblici, non sono del tutto felici: ASL ed ospedali si ritroveranno a ridimensionare ancora di più il loro organico, i posti letto e i mezzi di trasporto. Con un ritorno che potete facilmente immaginare, vista la quantità minore di mezzi e quindi il maggiore tempo impiegato per ogni emergenza che ha bisogno d’un’autoambulanza. Stessa cosa per i posti letto: se sono di meno, si rischia di portare un eventuale paziente in lungo ed in largo per l’Italia con le consuete critiche nel caso di pazienti gravi che ci “rimettono” le penne.
A buon’intesa però intervengono altre fonti d’informazione che comunicano che attualmente si possono risparmiare diversi miliardi senza toccare la sanità. E’ anche bene dire che 119 miliardi vengono investiti nell’Asl, incluse anche naturalmente le spese di trasporto e le spese dell’organico totale. Escono poi dati su costi e rimborsi a varie aziende non meglio specificate, con quasi 4 miliardi di denaro trasferito. 902 milioni per i costi della singola ed unica politica italiana. 800 per le consulenze esterne. Cifre che, per un italiano medio, sono immense: ne basterebbe uno di milione per sistemarlo a vita.
Ma alla fine nulla di tutti quei conti non si riesce a capire con trasparenza se vi è o meno uno spreco. L’attacco finisce perciò sulla Sanità, con una frecciatina abbastanza pungente: quali saranno le conseguenze di questo gesto? Si sprecherà di meno o, pur di continuare a sprecare, la pagheranno gli onesti lavoratori?