Pareri sempre più divisi sulla situazione di Charlie Hebdo. Le varie fazioni di interessi hanno cominciato ad esibire i loro punti di vista sulla faccenda: alcune persone sostengono che il giornale satirico francese “se l’è meritato” ed altre vanno giudicando gli estremisti che hanno assassinato e causato panico per Parigi: Se la sono cercata.
Ma qual è la verità in tutta questo quadro operativo? E’ stato un attacco per creare sensazionalismo, o è stato davvero mirato per i così temuti “insulti al profeta”? L’unico messaggio che suona chiaro è che l’ISIS ha cellule ovunque, a volte mirando persone che rifugiano la loro unica speranza nel credo terroristico a cui abdicano. Ma a Parigi è finita così, almeno per il momento: i Killer sono stati uccisi in uno scontro a fuoco che non ha però avuto mancanza di vittime. E dall’alto sono ancora loro a parlare, ancora loro a dire “I prossimi sono Inghilterra e America”. Ma più che fare un altro tam tam mediatico, si potrebbe semplicemente ammettere di come questa è una minaccia che porterà altro sangue, altri morti, altro dolore nel nostro mondo. Ed invece, siamo ancora lì, fermi nei talk show sullo scindere tra Islam buono ed Islam cattivo!
Tutt’ora è caccia alla compagna di uno dei Killer, Hayat Boumediene. L’attacco alla libertà francese è stato duro, tutti nel mondo si sono uniti alla protesta e perfino nelle scuole quest’oggi è stato difficile mantenere un minuto di silenzio per i caduti. In questo momento Hayat è la donna più ricercata di Francia, sulla sua testa pendono le più gravi accuse: ha solo 26 anni ma ha partecipato all’assalto del supermercato. Secondo le indagini il traffico è stato di più di cinquecento sms con la compagna di Said, l’altro killer. Quest’ultima è già stata fermata, prima che sparisse come ha fatto Hayat.
E’ allerta massima nello stato. Non si parla ancora di abbassare le misure prese contro il terrorismo ed i militari marciano in cerca del prossimo attentato: sarà lì o in qualche altra parte del mondo? Noi non possiamo fare altro che attendere e guardare, sperando in migliori sviluppi.