E’ passato diverso tempo ma il polverone non accenna a smettere di agitarsi: l’America e la Corea del Nord stanno ancora discutendo su chi ha fatto cosa, ma il modo in cui lo stanno facendo non è dei più neutrali. Dopo le diverse minacce dell’America di reinserire lo stato della Corea del Nord come uno stato a rischio terrorismo ed indagini piuttosto aggressive, il ministro degli esteri Pyongyang assicura che le sanzioni dell’America non indeboliranno la potenza militare del paese.
E’ proprio vero che Obama ha intenzione di colpire a suon di sanzioni la Corea del Nord perché quest’ultima è considerata colpevole per gli attacchi informatici avvenuti alla Sony, in particolare alla Sony Pictures che interessavano film e cinematografia e simili. In testa all’intera faccenda l’ormai discutibilissimo film The Interview, che non è altro che un tipico film da commedia fra il comico ed il melodrammatico per l’interesse verso un paese formato in un supposto “strano ordine”, proprio come la Corea del Nord.
“C’è una chiara ostilità verso di noi” assicura Pyongyang, aggiungendo che non è stato per nulla coinvolto negli attacchi informatici avvenuti contro la Sony. Nonostante tutto prova una certa rabbia per il film che seppur per la gioia della finzione prende in giro il leader del suo paese: Kim Jong-Un.
Nessun accesso finanziario verso l’America per molte persone e aziende dalla Nord Corea, e tutto per un film che, anche se fatto per scherzare, si è ritrovato a penare nel tempo fra la sospensione della riproduzione in sala, filo allo sbucare perfino online e successivamente trasmesso in 580 cinema in tutto il territorio americano.
Un po’, in tutto questo, c’è stato lo zampino di Obama, che ha considerato il gesto della Sony un movimento dettato dalla codardia ed il film non doveva essere ritirato; piuttosto riprodotto dal primo giorno senza ripercussioni. Ma in fondo in fondo, la Sony ha già avuto molti guai con eventuali Hacker e probabilmente non ha voluto rischiare ulteriormente.