Difficile capire se si tratta solo di una trovata commerciale. Di certo, l’industria del farmaco non è l’unica a straripare di nuovi ritrovati nel campo scientifico e tecnologico ma anche quella degli “optional” per la prevenzione. L’attenzione alla salute da parte di tutti è aumentata ma per una semplice ragione: l’aspettativa di vita si è allungata e con questo non sono affatto diminuite le morti “precoci” a causa di malattie, ancora in fase di studio sperimentale. Le malattie più avversate sono quelle che mettono a repentaglio il nostro genoma, il linguaggio con cui il corpo umano comunica ed interagisce.
Il test della saliva. Funziona?
Faremo tutti come Angelina Jolie se scopriremmo di essere predisposti al tumore per il 90%? Difficile pronunciarsi.
Sinceramente, ci sentiamo solo di dare l’informazione su questa nuova proposta di mercato di cui non sappiamo ancora l’attendibilità scientifica.
I fautori del pensiero “Tutto fa business” fanno subito l’occhiolino quando viene loro detto che l’azienda è finanziata da Google, parzialmente. Ma in fondo cosa c’è di male se si dà spazio alla ricerca, in campo medico e se per sopravvivere sul mercato si cerca di ottenere, non solo attraverso donazioni, ma anche attraverso i guadagni dalla vendita dei prodotti, l’indispensabile per continuare a produrre e remunerare chi mette a frutto le proprie competenze scientifiche?
A cosa serve questo test? Costerà all’incirca 150 euro. Praticamente, non si tratta altro che inviare un campione della nostra saliva, attraverso un tubo in commercio all’azienda che ha studiato per metterlo in circolazione: 23andme. E riceveremo a casa tutte le informazioni che hanno potuto carpire dal nostro Dna:
- Che probabilità abbiamo di ammalarci di tumore?
- Che probabilità abbiamo di ammalarci di Parkinson?
- Abbiamo una predisposizione generica a perdere i capelli prima del previsto?
- Ma da chi discendiamo? Che caratteristiche, geneticamente parlando, ci sono state trasmesse?
- I nostri gusti si leggono nel Dna
- Le nostre attitudini si leggono nel Dna
Bé, gli studi sul Dna sono ancora aperti e non tutti gli scienziati sono convinti che le capacità di una persona siano stimabili leggendo nel Dna. Dov’è, allora, il rapporto tra l’anima, lo spirito sensibile, ed il cervello? Non è questione solo da parapsicologia o da tecnici del paranormale! Lo scienziato non deve cercare il fantasma che non c’è ma decifrare la realtà con i metodi che la stessa mette a disposizione e, se gli stessi sono troppo limitati, crearne di nuovi. Quindi, che strano c’è a dire che, anche se abbiamo cervelli uguali (materia bianca, materia grigia) siamo lo stesso diversi e non per semplice trasmissione di caratteri ereditari ma per quello che la Vita, vissuta nel pieno della nostra essenza, ci ha imparato ad essere? Certamente, siamo noi stessi responsabili delle abitudini errate o giuste negli stili di vita.
Il paradosso forse sarebbe dare troppa importanza ad un Test che, forse, nulla può decidere sul fato. Ma, filosofia a parte, questo non spetta a noi stabilirlo.