Il Cardinal Bagnasco va all’attacco contro i matrimoni gay e, in generale, contro le unioni tra persone dello stesso sesso. «È irresponsabile indebolire la famiglia, creando nuove figure per scalzare culturalmente e socialmente il nucleo portante della persona e dell’umano», afferma il presidente della Cei. Oggi Bagnasco ha aperto ad Assisi l’Assemblea straordinaria dell’Episcopato Italiano, e ha voluto parlare proprio delle polemiche riguardo alcuni Comuni italiani che stanno riconoscendo i matrimoni gay celebrati all’estero. Secondo il Cardinale, però, in questo modo assistiamo a «distinguo pretestuosi che hanno l’unico scopo di confondere la gente e di essere una specie di cavallo di Troia di classica memoria».
La famiglia, come definita e garantita dalla Costituzione, secondo Bagnasco è il presidio del nostro Paese. E anche sui figli il presidente Cei ha da dire qualcosa: «L’amore non è solo sentimento: è decisione; i figli non sono oggetti né da produrre né da pretendere o contendere, non sono a servizio dei desideri degli adulti: sono i soggetti più deboli e delicati, hanno diritto a un papà e a una mamma».
Bagnasco ringrazia poi le famiglie per essere baluardo dell’amore e del supporto tra i familiari, soprattutto in un momento di crisi come quello attuale. Crisi che secondo il Cardinale non è, in Italia e in generale in Europa, solo “economica” ma anche “culturale”. “In altri termini, potremmo dire che bisogna rifondare la politica, rimettere cioè a fuoco che cosa vuol dire stare insieme, lavorare insieme per essere che cosa. Non è un esercizio astratto, ma la premessa di ogni urgente dover fare”, continua il presidente dei vescovi italiani. Bagnasco ricorda anche il numero, in continua crescita, dei rassegnati al non lavoro, coloro che non hanno un lavoro e non lo cercano neanche, perché sfiduciati. A loro si deve rivolgere la politica, con adeguate riforme.