Sono stati superati ormai i diecimila casi di Ebola in tutto il mondo, stando a quanto è stato dichiarato oggi dall’Organizzazione mondiale della sanità. In totale, si contano 4.922 decessi, e solo 27 casi di contagio sono stati registrati al di fuori dei tre paesi africani maggiormente colpiti: Guinea, Sierra Leone e Liberia. L’ultimo bollettino dell’Oms, poi citato dalla Bbc, riporta che in tutto il mondo i casi totali di contagio sono 10.141: la Liberia è sicuramente il Paese maggiormente colpito, con 2.705 vittime. In Sierra Leone sono decedute 1.281 persone, in Guinea 926. Nove persone sono morte in Nigeria, che tuttavia ormai è stato dichiarato dall’Oms ‘Ebola free‘. Il primo caso invece è stato registrato in Mali, un paese africano che finora non era stato toccato dall’epidemia: il paziente è una bambina di due anni, purtroppo deceduta.
Ma anche l’occidente ha paura: l’ebola è infatti arrivata anche a New York, la città più popolata degli Stati Uniti. Si tratta questa volta di un medico che nelle settimane scorse aveva lavorato in Africa occidentale, e al momento ricoverato al Bellevue Hospital, l’ospedale pubblico che gestisce l’epidemia a New York, perché aveva tutti i sintomi che facevano pensare al peggio. In serata il contagio è stato confermato. Intanto il sindaco de Blasio e il governatore dello stato Cuomo hanno immediatamente risposto alle domande in una conferenza stampa, per rassicurare i cittadini : “Non c’è ragione – ha detto de Blasio – per preoccuparsi. Sapevamo che poteva accadere e siamo preparati a fermare il contagio”. L’appartamento del paziente zero di New York è stato sigillato; tutti gli inquilini del suo palazzo sono stati informati sulla malattia, e sono stati posti in isolamento tutti coloro che possono aver avuto contatti diretti con il medico. De Blasio ha anche affermato che, per quanto gli investigatori hanno potuto scoprire finora, il medico ha avuto contatti stretti solo con una manciata di persone, tutte già rintracciate.