Lo sapevamo già, ma ora arriva la conferma. L’Italia è il Paese con più tasse sugli immobili, ora che si è aggiunta anche la Tasi. A darci la conferma ufficiale è uno studio di Confedilizia, secondo il quale in Italia soffriamo una pressione superiore rispetto alla la media Ue e a quella dei Paesi Ocse. Insomma, stiamo messi peggio di moltissimi altri Paesi vicini e non.
La situazione è diventata più grave dopo che la manovra Monti del 2012 ha portato l’Italia a una pressione della tassazione sulla casa del 2,2% sul Pil e del 2,75% sul reddito disponibile. La media Ocse è invece di 1,27% e 1,59%. Il livello di tassazione sugli immobili è salito poi ancora quest’anno, grazie all’introduzione della Tasi.
Come dichiara il professor Francesco Forte dell’Università di Roma La Sapienza, l’Italia «è il Paese con il maggior livello di tassazione sugli immobili». Se nel 2011 eravamo più o meno allineati alla media Ocse, oggi le cose sono decisamente cambiate – in peggio. Si chiede quindi, da parte di Confedilizia, «una manovra choc» per dare nuovamente fiducia agli italiani, almeno per quanto riguarda gli immobili. Viene chiesta anche una riduzione delle rendite catastali – per 700-800 milioni di euro almeno, pari al 3% dell’attuale moltiplicatore, come ribadisce Corrado Sforza Fogliani, il presidente di Confedilizia.
Complessivamente, sono solo tre i Paesi con una fiscalità immobiliare più pesante: Stati Uniti, Francia e Regno Unito. Ma qui la tassazione sugli immobili, in effetti molto alta, è compensata largamente da una tassazione sul reddito meno elevata. Secondo Confedilizia gli italiani non hanno più fiducia e tendono a non spendere per i consumi, perché si sono visti privare della garanzia, di punto in bianco, del valore dei loro immobili. Se non si risolve questo problema alla radice, sarà difficile restituire la fiducia agli italiani in un futuro migliore e nella consapevolezza di poter spendere ciò che si guadagna.