Un’infermiera di turno all’Ospedale di Voghera, in provincia di Pavia ha, per due volte ed in casi distinti, rifiutato di far entrare due ventenni che chiedevano la pillola del giorno dopo. Le due ragazze si erano presentate allo sportello dell’ospedale con l’esigenza di avere una visita Ginecologica, al fine di poter assumere la pillola del giorno dopo, e scongiurare così l’ipotesi di gravidanza. La pillola del giorno dopo infatti è il farmaco che consente di evitare una eventuale gravidanza dopo un rapporto sessuale non protetto, ed entro le 72 ore. Margherita Ulisse, questo è il nome della giovane infermiera, non avrebbe permesso alle ragazze di entrare.
L’infermiera in entrambi i casi avrebbe fatto desidestere le ragazze, spiegando loro l’importanza di salvare la vita del nascituro. Le ragazze al momento non se la sono sentita di insistere e quindi hanno ceduto alle parole dell’infermiera e cambiando le loro intenzioni. Successivamente però sono partite le segnalazioni alla direzione sanitaria e ai vertici dell’azienda stessa, la quale avrebbe avviato un’indagine interna nei confronti della propria dipendente. Si procede in maniera comunque molto cauta, considerata la delicatezza della materia.
L’infermiera dal canto suo si difende, affermando che avrebbe agito non per motivi religiosi ma per motivi etici e di coscienza personale. La donna avrebbe spiegato i fatti ritendo: “Non le ho assolutamente minacciate ma solo cercato di convincerle a rinunciare e a salvare così vite umane”. Margherita Ulisse inoltre si difende appellandosi ad un articolo deontologico della categoria, il quale, in caso di conflitto etico, impegna l’infermiere a trovare la soluzione attraverso il dialogo. La dipendente rischia il trasferimento ad un altro reparto, un richiamo disciplinare, una sanzione o la semplice archiviazione del caso.