Dopo l’arrivo dell’ebola in America, in Canada e forse anche in Europa, si fa sempre più pressante la necessità di un vaccino che possa frenare il virus e che protegga milioni di persone da questa minaccia mortale. Ed è notizia di oggi che circa 10 mila dosi del vaccino contro l’Ebola creato proprio in Italia, che al momento sembra l’unico disponibile, saranno consegnate entro dicembre all’Organizzazione mondiale per la sanità (OMS).
Al momento ci sono trattative in corso tra l’OMS e la multinazionale Gsk – proprietaria dell’italiana Okairos che ha appunto approntato il brevetto del vaccino – per la fornitura di un milione di dosi nel 2015. A dare l’annuncio è Piero Di Lorenzo, presidente della Irbm di Pomezia, dove sarà prodotto il vaccino in questione. E’ infatti già in corso la sperimentazione su volontari umani, un passo importantissimo per rendersi conto dell’efficacia e della sicurezza del vaccino.
L’idea del vaccino la si può attribuire a Riccardo Cortese, biologo molecolare, che fondò Okairos con l’idea di sviluppare vaccini non da frammenti ma dall’intero virus, ‘inserito’ in un adenovirus. La sperimentazione con l’Ebola inizio già sette anni fa, prima dell’inizio della psicosi collettiva, perché era considerato già all’epoca il virus più ostico da combattere. Queste ricerche oggi potrebbero tornare molto utili a tutto il Pianeta, visto e considerato che ormai il virus si è già diffuso nel continente americano, anche a causa di un errore umano. Infatti un passeggero in arrivo dalla Liberia atterrato a Dallas il 20 settembre, dopo essersi sentito male ed essersi rivolto al Texas Health Presbyterian Hospital, è stato rimandato a casa perché i medici non hanno riconosciuto i sintomi del terribile virus. Così il paziente zero degli USA ha fatto una vita normale, a contatto con moltissime altre persone, per circa cinque giorni. Ora a Dallas si vive un incubo: i parenti del paziente zero vivono da giorni in isolamento totale.