Crollano le speranze i numeri sono drammatici, cifre che certificano la recessione. I segnali c’erano tutti già da qualche giorno, ma adesso l’Istat ha messo nero su bianco il pessimo andamento della nostra economica, una “crescita zero”.
Nella stima preliminare dell’Istat sul Pil del secondo trimestre la flessione è stata pari a -0,2% rispetto al trimestre precedente. Su base annuale la flessione è pari a -0,3%.
Dopo due trimestri consecutivi col segno meno del Pil, l’Italia tecnicamente ritorna in recessione. L’ultimo dato positivo risale al quarto trimestre del 2013 (+0,1%) dopo una striscia ininterrotta di segni meno iniziata nel terzo trimestre 2011. Il livello del Pil nel secondo trimestre del 2014 risulta essere il più basso dal secondo trimestre del 2000, ovvero da 14 anni.
Il calo, sottolinea l’Istat, è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti e tre i grandi comparti di attività economica: agricoltura, industria e servizi. Dal lato della domanda, il contributo alla variazione trimestrale del Pil della componente nazionale al lordo delle scorte risulta nullo, mentre quello della componente estera netta è negativo.
“Il Pil italiano peggiore delle attese ritarda di nuovo la ripresa e avrà un impatto negativo sulle finanze, ma è troppo presto per fare valutazioni sul deficit”, così il portavoce del commissario Ue all’economia commentando il calo del Pil.
La produzione industriale a giugno torna a salire, in rialzo dello 0,9% rispetto a maggio, quando era risultata in netto calo. Lo rileva l’Istat. Si tratta dell’aumento mensile più forte da gennaio. Il dato è positivo anche su base annua, in crescita dello 0,4%.
L’incremento congiunturale era atteso, ma supera le previsioni di gran parte degli analisti, che si attestavano tra +0,7% e +0,8%. L’Istat parla di “un dato positivo” e “di rimbalzo” a confronto con maggio, che, come “sembrano confermare i dati”, spiega, è stato negativamente influenzato dal ponte di venerdì 2 maggio, innescato dalla festività del primo, seguita dal weekend.