Oggi, 22 luglio, si tiene a Londra il primo Girl Summit con lo scopo di porre fine alle mutilazioni genitali femminili e ai matrimoni prematuri.
Numeri tragici quelli che emergono nell’ultimo rapporto Unicef presentato in occasione del Girl Summet e relativo alle mutilazioni genitali femminili nei 29 paesi dell’Africa e del Medio Oriente dove questa terribile pratica è diffusa. Secondo quanto riportato dalla Onlus, infatti, più di 130 milioni di bambine e donne sono vittime di questa barbara usanza che, nonostante le campagne di informazione, continua a provocare dolore fisico e psicologico.
“Tutti i tipi di mutilazione sono contro i diritti delle ragazze, anche se si tratta solo di quelli minori. Bisogna combattere questa forma di dominio dell’uomo sulle donne” spiega Charity Kinya dell’Unicef.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Infanzia ha sottolineato come, al di là dell’estremo dolore fisico e psicologico, le ragazze che si sottopongono a mutilazione genitale siano a rischio di emorragia, infezioni, sterilità e morte.
Non meno pericoloso è sposarsi precocemente le cifre aumentano vertiginosamente se si parla di matrimonio precoce: il tutto il mondo sono più di 700 milioni le donne costrette a sposarsi da bambine: più di 1 su 3 – circa 250 milioni – si è sposata prima dei 15 anni: le ragazze che lo fanno prima di compiere 18 anni hanno meno probabilità di frequentare la scuola e più probabilità di subire violenza domestiche; le adolescenti hanno più probabilità di morire a causa di complicazioni durante la gravidanza e il parto rispetto alle donne tra i 20 e i 30 anni e i loro figli hanno maggiori probabilità di nascere morti o di morire nel primo mese di vita.