Sono sette i medici che sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di omicidio colposo in merito alla morte di Cristina Mencarelli, giovane promessa del canottaggio morta in seguito ad un intervento chirurgico per l’asportazione di un tumore benigno. Ad individuare i sette medici presunti colpevoli è stata la Procura di Civitavecchia: tutti i medici lavorano al San Filippo Neri e hanno precise responsabilità per quanto accaduto alla 16enne.
Secondo quanto riporta l’edizione odierna de ‘Il Messaggero’, i medici non si sarebbero resi conto che la situazione stava degenerando. Il tutto risale a fine 2011, quando Cristina Mencarelli viene portata in ospedale dai genitori dopo aver accusato forti emicranie. I medici le diagnosticano un tumore benigno all’ipofisi e intervengono il 22 dicembre. Dopo qualche giorno, Cristina sta ancora male e il 26 dicembre finisce in coma, morendo il 2 gennaio.