La porta del paradiso, romanzo di Alfredo Colitto, edito da Piemme, si svolge a Napoli nel 1637, Leone Baiamonte, un giovane di ventitré anni, è il primogenito di una nobile famiglia, assume un atteggiamento spavaldo, pensa di poter vivere senza dover lavorare, anche se non è privo di senso pratico. Quando scopre che la sua famiglia è finita nelle mani di Giorgio Terrasecca, un usuraio senza scrupoli, è troppo tardi per evitare il tracollo finanziario. Per l’usuraio la rovina dei Baiamonte è una appagante vendetta. Leone per proteggere la propria famiglia si rende colpevole di un atto vile, per questo è costretto a fuggire oltreoceano. Una fuga solitaria, che lo costringe a lasciare la anche la sua futura sposa Lisa. Il giovane fugge in Messico dove uno zio missionario ha scoperto una miniera d’argento ed ha invitato il nipote ad occuparsene. Il giovane confida così di poter dare sostegno alla propria famiglia, e spera inoltre di poter riabbracciare presto la sua amata. Ma il Nuovo Mondo non è il paradiso, e mentre a Napoli i Baiamonte vivono nell’indigenza ed il popolo vessato dalle tasse prepara la rivolta capeggiato da Masaniello, delle avventure inaspettate metteranno Leone alla prova.