Il corpo umano di Paolo Giordano, edito da Mondadori, affronta il rapporto tormentato tra corpo umano e persona, evidenziando le stesse vulnerabilità fisiche dell’uomo. Paolo Giordano descrive nuove guerre, quelle che si combattono intimamente nell’ambito familiare e degli affettivi. I protagonisti principali del romanzo di Giordano sono dei giovani soldati in missione in Afghanistan, al comandato dal maresciallo Antonio René, l’ultimo arrivato, il caporalmaggiore Roberto Ietri, ha solo vent’anni e si sente inesperto, la missione in Afghanistan è la prima grande prova della vita. I giovani soldati prima di partire per la missione non sanno che sono diretti in uno dei posti più rischiosi nell’area del conflitto: la forward operating base (fob) Ice, nel distretto del Gulistan, “un recinto di sabbia esposto alle avversità”, dove non c’è niente, soltanto polvere, dove la luce del giorno è così forte da provocare la congiuntivite e la notte non si possono accendere le luci per non attirare i colpi di mortaio.
Nella forward operating base svolge il suo servizio anche il tenente medico Alessandro Egitto, rimasto in Afghanistan come volontario, per sfuggire ad una situazione privata che considera più pericolosa della guerra. Oppressi dal caldo i soldati si annoiano ma allo steso tempo convivono con una paura costante, ricreano la normalità nel campo ricostruendo dentro la fob la quotidianità abbandonata, approfondiscono le amicizie ed i contrasti fra loro, cercano di distrarsi anche con scherzi camerateschi. Durante la notte i soldati sdraiati sulle brande vengono assaliti dal peso della vita che hanno abbandonato: nel silenzio ricordano, riescono a sentire il loro battito, il ronzio degli altri organi interni, costretti a fare i conti con ciò che ognuno di loro ha lasciato in sospeso in Italia.