L’inchiesta avviata per far luce sulla morte della cantante soul Amy Winehouse, verrà riaperta, dal momento che l’autorità giudiziaria che aveva presieduto alle indagini subito dopo la morte della stella della musica, l’australiana Suzanne Greenaway, non aveva i requisiti necessari per coordinare le indagini. Quest’ultima circostanza emersa solo di recente infittisce maggiormente il mistero che avvolge le già equivoche circostanze che riguardano la morte della celebre cantante Amy Winehouse. Suzanne Greenaway era stata nominata vice assistente al giudice istruttore nel 2009 da suo marito, il magistrato Andrew Scott Reid, ma a quanto pare la donna non aveva mai svolto il necessario periodo minimo di cinque anni di esercizio forense nel Regno Unito, un percorso fondamentale per chi vuole ricoprire quell’incarico all’interno del tribunale londinese. Suzanne Greenway, che aveva seguito e diretto le indagini sulla morte della cantante, deceduta il 23 luglio 2011, è stata costretta a presentare le sue dimissioni in seguito al polverone di cui si è resa protagonista e che ha dato seguito a delle aspre polemiche nel Regno Unito che hanno sommerso la sua figura istituzionale e la sua stessa credibilità.