TRA LE GENTI E MONASTERI
Alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia si è tenuta la conferenza sul Tibet e la sua gente condotta da Emilio Pizzolato giornalista diplomato ad Urbino e laureato in lettere a Ca’ Foscari a Venezia. Appassionato di montagna fin da giovanissimo, ha viaggiato molto in Asia, nelle Americhe, in Africa ed in Australia tra il 1985 e il 2000 ed in particolare si è interessato alla cultura tibetana. Si è appassionato di fotografia presentando le sue esperienze di viaggio in numerose conferenze a Venezia e oltre.
Il nostro viaggio inizia nel dire com’è strutturato Il Tibet nel contesto socio-politico. E’ una società medioevale con un sistema feudale gestito dai monaci e dal Dalai Lama e da un gruppo di laici facoltosi.
Vivono principalmente di allevamento dello yak il cui burro è molto nutriente e di ovini e di qualche frutto tipo l’albicocca che abbonda in questo territorio.
Un terzo della popolazione vive in monastero come monaco e la vita é molto dura, come si sa tutta la filosofia buddista prevede un regime di austerità ed é per questo motivo che al giorno d’oggi in India, dove é nata questa filosofia non esiste quasi più. Inoltre nei monasteri é usanza la cerimonia del té ma al giorno d’oggi con l’avvento del turismo é solo un attrazione turistica ed é molto difficile entrare nella loro cultura e si rischia di scontrarsi con quella occidentale. Vorrei potervi raccontare la loro cerimonia funebre ma la tralascio perché a mio avviso la trovo molto macabra nel suo rituale e va in contrasto con la nostra cultura cristiana.
Recentemente il Tibet é stato conquistato dalla Cina con il suo miliardo di abitanti contro i 4 milioni di tibetani. I cinesi credevano di liberarli dalla loro “schiavitù” ma in realtà non é così. Ad esempio la donna in Tibet é considerata una autorità al contrario che in Cina la donna é considerata meno di zero quando nasce una bambina la uccidono o praticano l’aborto. E questo é uno dei motivi che l’Onu e la UE hanno motivo di contestazione.
Dal 1948 la situazione politica in Tibet é nella più totale indifferenza nel mondo occidentale e in particolare negli USA forse anche per il loro sistema di vita ancora feudale. La popolazione é costituita in tribù nomadi come ai tempi di Gengis Kan.
La loro cultura é filosofico- religiosa e i monaci sono persone molto riflessive-riservate e non avvicinabili.
L’età media tibetana é molto bassa a causa delle condizioni precarie di vita per malattia, nutrizione ed igene.
Detto questo Vi consiglio di fare questa esperienza in Tibet ma premunitovi di tutti i comfort occidentali e vi auguro Buon viaggio.