Questa è la scena che si sono trovati davanti i visitatori del Chutian Auto Culture Festival a Wuhan,capoluogo della Provincia di Hibei, zona centrale della Cina: non bellissime donne sedute sulle auto a promuovere e invogliare il pubblico, ma bensì bimbe di 5/6 anni in posizioni osè e in bikini : semplice provocazione o c’è qualcosa di più??
Il pubblico sconcertato del Salone ha cominciato a far girare per il web le fotografie fino ad arrivare ai nostri occhi, non abituati di certo a vedere cose del genere. Bambine come modelle? Zangh Ping-general manager della manifestazione-descrive questo solo come un modo per rendere le bambine più coraggiose e che naturalmente la loro partecipazione non è stata ai fini di lucro,per passare poi ad argomentare sulle stesse foto delle piccole che ,secondo la stessa ,starebbero scene di tutti i giorni ormai inserite in ogni manifestazione senza alcuna sorpresa. Ma dall’altra parte, sicuramente meno interessata al marketing, si sono portati aventi pareri discordanti e increduli: sia dal pubblico di tutto il mondo giudicato “cattivo” e ” pignolo”, sia da posizioni più rilevanti come Shang Xiaoyuan ( professore della Università Normale in Cina) e Tong Xiaojun (giudice per i diritti sui minori) che descrivono tutto ciò come innocenza rubata: “I saloni dell’auto attirano clienti anche grazie alle modelle supersexy che mettono in mostra – ha spiegato Shang Xiaoyuan – il messaggio che passa è che la donna sia uno strumento di marketing. E il messaggio viene inculcato con ancora più forza quando si hanno delle bimbe come protagoniste”
Davanti a queste foto ormai di dominio pubblico,moralisti o meno, non si può far a meno di pensare di come la società sia mutata e di come forse alcuni valori sono andati a decadere: è sconcertante pensare come sia leggera la risposta di chi,come le madri, dovrebbero avere la coscienza di dare dei valori ai propri figli che non devono per forza essere deducibili dal’aspetto fisico e dalle cose essenzialmente materiali. Forse è nata nuova era o forse noi “bigotti” in una realtà che non ritroviamo più come nostra.