Il giudizio emesso rispetto al caso della coppia italiana, un No alla diagnosi reimpianto per le coppie di portatori sani di malattie genetiche. Si violerebbe il diritto alla vita privata. La Corte di Strasburgo però accoglie il ricorso della coppia italiana, che chiede la diagnosi embrionale.
Il divieto sulla fecondazione assistita per le coppie portatrici sane di malattie genetiche violerebbe dunque il rispetto della loro vita privata. La Corte Europea commenta la Legge 40, per la coppia italiana, e lo fa all’unanimità. La coppia, due soggetti portatori di fibrosi cistica, si è rivolta alla Corte di Strasburgo, che dice che la legge italiana è in contrasto con l’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti umani. La coppia ha già dato alla luce una bambina nel 2006 con fibrosi cistica, così la scoperta di essere portatori sani di tale patologia. Nel 2010 dopo la diagnosi prenatale ed il risultato positivo, la donna ha abortito. Il problema sorge oggi con questa coppia che desidererebbe un bambino sano. La legge 40 vieta l’analisi degli embrioni da impiantare, tranne che per le malattie sessualmente trasmissibili, come l’epatite B e C.
Dunque la legge italiana viola l’articolo 8, così si esprime la Corte europea, nei confronti della coppia italiana. La legge italiana è incoerente.