Monsignor Pietro Vergari è stato il rettore della Basilica di Sant’Apollinare, è indagato dalla Procura di Roma per l’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Emanuela Orlandi scompare il 22 giugno del 1983 senza lasciare alcun biglietto né traccia. Il reato contestato al Monsignor Vergari è concorso nel sequestro di Emanuela, con l’aggravante della sua morte e della minore età, aveva soli 15 anni. Sono indagati anche Sergio Virtù, l’autista di De Pedis che caricò il corpo in auto, Capobanda della Magliana, Angelo Cassani, detto Ciletto e Gianfranco Cerboni, detto Gigetto entrambi pedinatori di Emanuela. Tutti personaggi che hanno collaborato con il boss della Magliana. La quinta persona indagata è l’amante di Renatino De Pedis, Sabrina Minardi, che con le sue testimonianze si è trovata spesso in contraddizione. Secondo una delle sue testimonianze, De Pedis avrebbe ucciso Emanuela, l’autista l’avrebbe caricata in auto, messa in un sacco e stritolata in una betoniera.
Il quinto nome, oltre ai 4 membri della banda della Magliana è quindi quello del Monsignor Vergari.
Lunedì scorso è stato aperto il sepolcro nel quale era il corpo di De Pedis. Già un primo importante passo dopo 30 anni di mistero.
Nel 2009 furono raccolte le testimonianze della vedova del Monsignor Vergari e dell’attuale rettore della Basilica di Sant’Apollinare,Don Pietro Huidobro, proprio per comprendere le motivazioni per le quali, il corpo di un boss, era stato sepolto in una cripta della Basilicata.
A volte ha spiegato ai tempi, lo stesso Vergari, ha incontrato Enrico De Pedis, anche fuori dal carcere, nella chiesa e altrove. De Pedis avrebbe aiutato Monsignor Vergari per organizzare le mense per i poveri.
Nel febbraio del 1990, i familiari di De Pedis chiesero a Monsignor Vergari di assecondare il desiderio del De Pedis di essere sepolto nella camera mortuaria, abbandonata da più di cento anni, nei sotterranei della Basilica. Dopo aver ottenuto i permessi religiosi, il corpo di Enrico De Pedis fu deposto in una di queste camere mortuarie. La motivazione per la quale fu dato il permesso dal Cardinal Ugo Poletti, vicario di Roma, all’esecuzione della deposizione, fu che Enrico De Pedis era stato un benefattore dei poveri.