Un anno fa Melania Rea, che era andata a fare una gita a Colle San Marco (Ascoli Piceno), con il marito, Salvatore Parolisi, e la figlioletta Vittoria, è stata uccisa; il suo corpo martoriato da trentacinque coltellate.
Il corpo seminudo fu ritrovato, grazie ad una segnalazione anonima, presso il Chiosco delle Casermette di Teramo. L’assassino infierì dopo aver ucciso la donna, per confondere le tracce, con una siringa che le fu conficcata nel cuore ed un laccio emostatico attorno al braccio.
Le indagini iniziarono subito dopo, con una prima ipotesi di assassinio avvenuto altrove, poi smentita e di nuovo le indagini passarono alla procura di Teramo, con audizioni, intercettazioni telefoniche, perizie. La storia del tradimento del caporalmaggiore, la soldatessa Ludovica. Poi le analisi dei Ris che trovarono sul corpo della donna, una traccia di DNA, sulla bocca di Melania, come segno di un ultimo bacio di Parolisi.
Ancora il riscontro dei Ros dei tabulati telefonici, ed ultime in ordine di tempo, le analisi del DNA di tre macedoni, che dormivano nei pressi del Chiosco di Colle San Marco, le cui tracce furono ritrovate dai cani molecolari. I tre operai macedoni prontamente si sono sottoposti alle analisi ed hanno provato la propria innocenza.
Il caporalmaggiore, Salvatore Parolisi per la Procura di Teramo è l’unico indagato e unico colpevole, in carcere dal 19 luglio, si dichiara innocente e fa richiesta del rito abbreviato, che produrrebbe uno sconto di pena, nel caso di condanna. Per la difesa il colpevole resta ancora fuori in libertà. Il processo il 13 luglio.
Oggi, a distanza di un anno, a Somma Vesuviana è stata organizzata una fiaccolata per non dimenticare la giovane donna uccisa a soli 29 anni, e sarà anche annunciata la nascita di una Onlus in nome di Melania Rea, che si occuperà di casi come quello di Melania, aggiunge il fratello Michele.
Un video ripercorrerà tutta la storia che ancora non è terminata, ma prima la funzione religiosa presso la Chiesa di San Giorgio Martire.