C’è stato nel pomeriggio l’ultimo saluto della città di Livorno e dei suoi tifosi al suo centrocampista, morto sulcampo di calcio della città di Pescara, sabato pomeriggio, durante la partita della sua squadra contro il Pescara.
Il feretro con la salma di Piermario Morosini, ha sfilato nello stadio “Picchi” per ricevere un lungo appaluso dagli oltre quattromila tifosi presenti sulle gradinate, dai suoi compagni di squadra che indossavano tutti la maglia numero 25, che è stata ritirata in segno di rispetto per il Moro, e da un commosso presidente del Livorno calcio, che ha portato il suo ultimo saluto al giovane e sfortunato giocatore amaranto.
Il vescovo di Livorno, Monsignor Paola Razzautiche, ha benedetto al salma di Piermario, con queste parole “Nell’amore noi siamo salvi, nell’amore ti ricordiamo, nell’amore il nostro fratello continua a vivere”. Sono state poste tre corone, una di queste è stata donata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, le altre due una dal Livorno calcio e una dal comune della città toscana.
Dopo il saluto dei suoi tifosi, il feretro è partito alla volta di Bergamo, città di origine di Piermario e dove aveva iniziato la sua carriera calcistica nelle giovanile dell’Atalanta. Sotto lo stadio Comunale di Bergamo, centinai di tifosi hanno aspettato l’arrivo del Moro e lo hanno scortato in corteo fino alla parrocchia di Monterosso, dove è stata allestita la camera ardente. I funerali si svolgeranno giovedì mattina. Intanto proseguono tutte le indagini per accertare la morte di Morosini, dalle prime indiscrezioni trapelate, non si sarebbe trattato di un aneurisma e neanche di un infarto, si parla di un difetto congenito al cuore che ha stroncato il giovane a soli venticinque anni.
Se così fosse ci sarebbero da accertare le responsabilità di tanti medici, che in questi anni di attività agonistica hanno più volte visitato Piermario e nessuno si sarebbe mai accorto di nulla.