La giornata mondiale dell’acqua, il 22 marzo, nasce per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla notevole importanza dell’acqua e per organizzare una gestione efficace delle riserve di acqua dolce.
Sul nostro pianeta ci sono sette miliardi di persone da sfamare, per ognuna di esse occorrono dai 2.000 ai 5.000 litri di acqua, per produrre l’alimentazione necessaria. Ecco quanto l’agricoltura ha impatto sui consumi di acqua.
Nel 2050 la richiesta di acqua nei Paesi emergenti aumenterà del 50%, in quelli industrializzati del 18%. Dai dati dell’Unesco risulta, che il 70 -80% delle risorse idriche viene utilizzato proprio per l’agricoltura.
Per la produzione di un chilo di grano sono necessari 500 litri di acqua, 70 litri per una mela. Quindi la soluzione auspicabile sarebbe produrre più cibo, riducendo il consumo di acqua. Anche perché circa 80 Paesi al mondo non hanno il necessario apporto idrico, ed ogni giorno 10.000 persone al mondo muoiono per patologie causate dalla mancanza di acqua.
Ed ancora circa 800 milioni di persone soffrono la fame nel mondo e vivono il problema della sottonutrizione, all’opposto esiste il problema dell’obesità. Per una soluzione che sia sostenibile per l’ambiente, occorrerebbe scegliere alimenti con un minor impatto ambientale, perché richiedono minor quantitativo di acqua per essere prodotti.
Il settore agricolo dovrebbe accogliere questa sfida ed innovarsi per ottimizzare la produzione alimentare senza sprechi ed ottenendo maggiori vantaggi.