Un viso comune a tante ragazze d’oggi, un viso semplice, pulito, occhi chiari di quelli che t’incantano quando li guardi, viso espressivo, temperamento tenace, di certo combattivo.
E’ il volto di Amanda Knox, la ragazza di Seattle, rimasta nelle nostre carceri per quattro anni, e poi, in appello, dichiarata innocente dall’accusa di aver ucciso, con Raffaele Sollecito, Meredith Kercher, la studentessa inglese con la quale condivideva la casa di Perugina, casa nella quale la ragazza inglese è stata trovata uccisa con un taglio alla gola proprio 24 ore dopo la serata di festeggiamenti per Halloween.
Suscita pertanto scalpore, per non dire indignazione, vedere Amanda, rientrata a Seattle il 3 ottobre scorso, truccata e vestita da ladra, ripresa per le strade della sua città, pronta a partecipare a una festa per Halloween.Una mancanza di sensibilità che ha mandato su tutte le furie i diversi quotidiani inglesi che non hanno perso l’occasione per bacchettare la ragazza americana, colpevole, secondo i media inglesi dell’uccisione della loro connazionale.
Una ferita per la famiglia di Meredith, e per tutti gli inglesi, ancora aperta e bruciante.
Un’omicidio ancora tutto da riscrivere, a cui la giustizia italiana non ha saputo dare una risposta