Da ieri esiste un nuovo prestigioso premio, il “Cozza day”, e a consegnarlo è stato niente meno che il comico politico genovese Beppe Grillo.
L’attore è stato infatti l’animatore di un colorito corteo, estesosi da piazza Navona fino a Montecitorio, che ha avuto come tema centrale la metafora della cozza, simbolo del grandissimo attaccamento che i signori dei piani alti della politica sembrano avere non tanto nei confronti delle istituzioni, quanto, in particolare, per le poltrone.
Per questo Grillo e i simpatizzanti del suo movimento, venuti da tutta Italia, hanno dato corpo alla metafora e hanno depositato, davanti all’ingresso principale di Montecitorio, svariate decine di chili di cozze già consumate. I mitili in questione sono stati depositati, sotto lo sguardo vigile delle forze dell’ordine, in ordinate ceste davanti al portone del palazzo, che però il sabato pomeriggio resta rigorosamente chiuso.
Durissimi gli slogan e le scritte sugli striscioni. “ladri, ladri” e ancora, “questo è un paese di m…, è ora di tirare lo sciacquone”. Su un grande cartello, poi, compariva una lunga serie di aggettivi per l’acronimo parlamento: parassiti, autonominati, raccomandati, leccac…, accattoni, mafiosi, escort, nullafacenti, tangentisti. E sotto la scritta: “ora basta”.
Il comico ormai da tempo votato alla politica ha avuto modo anche di tenere un duplice comizio, prima a piazza Navona e poi al ritorno da Montecitorio, che ha avuto come tema centrale la fine della politica dei grandi palazzi, il benservito da dare da una casta incollata alle poltrone proprio come le cozze allo scoglio, la necessità di porre fine agli innumerevoli privilegi di cui tutti i politici godono, a partire dalle super pensioni con soli 2 anni di contributi per finire ai benefit assurdi, come il barbiere e il ristorante.
«Questi non rubano dei soldi, rubano tempo, speranze, rubano la linfa vitale», ha dichiarato il comico. «La cozza è il mitile che non si schioda – ha poi aggiunto -. È quella che sta attaccata allo scoglio, come quei mitili che non mollano mai, che sono li che non si muovono. E qui abbiamo la più grande accozzaglia di mitili avariati d’Europa che è il nostro Parlamento».