Pare proprio che il non sapersi controllare quando si mangiano i cibi grassi (come per esempio le patatine fritte) dipenda da un motivo scientificamente provato: nel nostro intestino sono presenti delle sostanze simili alla marijuana. Chi di noi riesce a mangiare solamente una patatina e fermarsi soddisfatto? Mangiare patatine fritte è come fumare marijuana: rende dipendenti.
La ricerca è stata effettuata da un gruppo di studiosi americani e italiani. La dipendenza è colpa degli endocannabinoidi, sostanze prodotte dall’intestino, chiamate così proprio perché hanno effetti simili ai cannabinoidi, (tra cui la marijuana). L’esperimento, da poco pubblicato sulla rivista Pnas, considera le patatine fritte, ma lo stesso meccanismo vale quando si consumano altri cibi ricchi di grassi, il cosiddetto “cibo spazzatura”. Gli endocannabinoidi vanno ad agire su quegli ormoni che ci rendono sazi, contrastandone il lavoro. Ecco perché non riusciamo a smettere di mangiare.
Daniele Piomelli, direttore del Dipartimento di Drug Discovery and Development dell’Istituto Italiano di tecnologia (Itt) afferma: “Intervenendo sul segnale che giunge all’intestino, si può ridurre il desiderio di cibo. La possibilità di inibire a livello locale e non centrale, il desiderio di ingerire i grassi porterebbe innumerevoli vantaggi per la salute del paziente.”
Ci consola sapere che il non riuscire a smettere di mangiare cibo spazzatura è colpa nostra solo relativamente?