Santoro lascia la RAI per decollare verso LA7. L’addio è stato sancito da questo lapidario comunicato:
“La Rai e Michele Santoro hanno convenuto di risolvere il rapporto di lavoro, riservandosi di valutare in futuro altre e diverse forme di collaborazione”.
Si tratta di un divorzio consensuale, maturato dopo una stagione di tensioni e di prove di forza fra il conduttore e la dirigenza della TV di stato. In realtà, il direttore di RAI2 Liofreddi aveva premuto per mantenere Santoro e il suo programma sulla rete, ma l’avvenuta separazione sarebbe stata il frutto dell’azione autonoma del nuovo direttore generale Lorenza Lei, che avrebbe concordato con il conduttore le migliori condizioni per un’uscita indolore. Quasi certo sarebbe l’approdo di Santoro a La7, secondo voci confermate anche dallo stesso Enrico Mentana.
Diversi i commenti sulla vicenda.
Secondo gli organi di informazione vicini al premier, l’evento dovrebbe essere degnamente festeggiato stappando bottiglie di champagne, come si legge sulle pagine de “Il Giornale” di ieri, per celebrare la fine dei telecomizi del famoso conduttore; dal punto di vista delle casse della RAI, l’uscita di Santoro rappresenta invece una sicura grave perdita, visto che “Annozero” fruttava alla rete molti milioni di euro di entrate pubblicitarie.
“Non me ne può fregare di meno; oramai erano anni che non faceva più servizio pubblico” è stato il commento di Carlo Giovanardi, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla notizia della risoluzione del contratto. A giudizio del Sottosegretario, il vero servizio pubblico è quello svolto da Vespa a “Porta a porta”, mentre Santoro da tempo faceva politica in tv e agiva ormai privo di ogni controllo. “E ora – prosegue il politico – comunque prenderà una liquidazione miliardaria: questi signori sono bravissimi a farsi valutare per quello che valgono; non credo che Santoro avrà problemi per il futuro, credo che potrà guardare con serenità ai prossimi impegni.”
Aldo Grasso, editorialista e critico televisivo del Corriere della Sera, da sempre contrario al protagonismo di Santoro, ne ha sottolineato, in modo molto onesto, la grande abilità tecnica, evidente nel perfetto equilibrio e coerenza fra ritmo della conduzione e immagini rilevabile in tutti i suoi programmi. Nessuno, afferma il critico, avrebbe mai lasciato scappare un conduttore e un programma di tal genere, ma la RAI è riuscita a farlo.
Quindi la RAI ha buoni motivi per piangere, mentre La7 si prepara a sorridere e a lanciare il suo “dream team”, composto da Enrico Mentana, Gad Lerner, Lilli Gruber e Santoro, primo vero regalo, a giudizio de “Il Fatto quotidiano”, di Lorenza Lei al premier e primo vero obiettivo, secondo tutta l’opposizione, centrato dal premier in tre anni di governo.
“La Rai e Michele Santoro hanno convenuto di risolvere il rapporto di lavoro, riservandosi di valutare in futuro altre e diverse forme di collaborazione”.
Si tratta di un divorzio consensuale, maturato dopo una stagione di tensioni e di prove di forza fra il conduttore e la dirigenza della TV di stato. In realtà, il direttore di RAI2 Liofreddi aveva premuto per mantenere Santoro e il suo programma sulla rete, ma l’avvenuta separazione sarebbe stata il frutto dell’azione autonoma del nuovo direttore generale Lorenza Lei, che avrebbe concordato con il conduttore le migliori condizioni per un’uscita indolore. Quasi certo sarebbe l’approdo di Santoro a La7, secondo voci confermate anche dallo stesso Enrico Mentana.
Diversi i commenti sulla vicenda.
Secondo gli organi di informazione vicini al premier, l’evento dovrebbe essere degnamente festeggiato stappando bottiglie di champagne, come si legge sulle pagine de “Il Giornale” di ieri, per celebrare la fine dei telecomizi del famoso conduttore; dal punto di vista delle casse della RAI, l’uscita di Santoro rappresenta invece una sicura grave perdita, visto che “Annozero” fruttava alla rete molti milioni di euro di entrate pubblicitarie.
“Non me ne può fregare di meno; oramai erano anni che non faceva più servizio pubblico” è stato il commento di Carlo Giovanardi, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla notizia della risoluzione del contratto. A giudizio del Sottosegretario, il vero servizio pubblico è quello svolto da Vespa a “Porta a porta”, mentre Santoro da tempo faceva politica in tv e agiva ormai privo di ogni controllo. “E ora – prosegue il politico – comunque prenderà una liquidazione miliardaria: questi signori sono bravissimi a farsi valutare per quello che valgono; non credo che Santoro avrà problemi per il futuro, credo che potrà guardare con serenità ai prossimi impegni.”
Aldo Grasso, editorialista e critico televisivo del Corriere della Sera, da sempre contrario al protagonismo di Santoro, ne ha sottolineato, in modo molto onesto, la grande abilità tecnica, evidente nel perfetto equilibrio e coerenza fra ritmo della conduzione e immagini rilevabile in tutti i suoi programmi. Nessuno, afferma il critico, avrebbe mai lasciato scappare un conduttore e un programma di tal genere, ma la RAI è riuscita a farlo.
Quindi la RAI ha buoni motivi per piangere, mentre La7 si prepara a sorridere e a lanciare il suo “dream team”, composto da Enrico Mentana, Gad Lerner, Lilli Gruber e Santoro, primo vero regalo, a giudizio de “Il Fatto quotidiano”, di Lorenza Lei al premier e primo vero obiettivo, secondo tutta l’opposizione, centrato dal premier in tre anni di governo.
Relativamente ai palinsesti televisivi per la prossima stagione e agli altri potenzialmente “scomodi” per il governo, sono stati confermati i programmi di punta di Raitre, primo fra tutti “Che tempo che fa” di Fabio Fazio, che tuttavia non sarà esteso al lunedì, come richiesto dal direttore di rete Paolo Ruffini, ma resterà “confinato” al week end.
Oltre a Fazio, sono stati quindi confermati, anche se in attesa di definizione e firma del contratto, “Ballarò” con Giovanni Floris, “Report” con Milena Gabanelli e “Parla con me” di Serena Dandini.
Difficile capire invece chi riempirà lo spazio lasciato vuoto da Santoro.