Afghanistan: attaccata base italiana cinque i feriti – In Afghanistan continuano gli attacchi alle basi italiane. E’ accaduto questa volta nella città di Herat: l’attacco è stato sferrato alle 9.15 ora italiana, causando in tutto 5 morti (quattro soldati afghani) e 34 feriti, compresi cinque bambini e una donna.
Il ministro Ignazio La Russa ha cercato di ricostruire la dinamica dell’attacco “Prima un mezzo pesante carico di esplosivo si è schiantato contro il muro di cinta del Prt, poi c’è stato il fuoco dei ribelli appostati sui tetti delle case vicine al Prt”.
l presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, dopo aver appreso la notizia dell’attentato, ha voluto esprimere il suo sostegno ai militari italiani: “Siamo vicini ai nostri soldati e alle loro famiglie. Ancora una volta esprimiamo la nostra riconoscenza e il nostro incoraggiamento a tutti i militari italiani che con grande professionalità ed impegno svolgono la loro difficile missione di pace in Afghanistan e nelle altre aree di crisi”.
Un testimone Reuters ha detto di avere visto i corpi di diversi soldati con uniformi straniere e del fumo che si levava vicino alla base civile e militare del Prt, mentre un secondo testimone ha detto che un numero non precisato di insorti sarebbe entrato in un edificio di sette piani vicino alla base e da lì avrebbe aperto il fuoco contro il compound.
Almeno due attentatori suicidi sono stati coinvolti nell’attacco, ha poi riferito il portavoce del ministero dell’Interno di Kabul Zemari Bashary.
Secondo il portavoce dei talebani, Qari Yousuf Ahmadi, gli attentatori suicidi che hanno attaccato la base di Herat, città al confine con l’Iran solitamente pacifica, sono invece quattro.
I talebani spesso esagerano nelle rivendicazioni la portata dei loro attacchi e delle perdite inflitte alle forze straniere.
Il ministro degli Esteri Franco Frattini, da Bucarest, ha parlato di “un vile attacco terroristico che crea grande preoccupazione”, che però “non fermerà la nostra azione in Afghanistan”.
Le truppe italiane costituiscono il principale nucleo dell’Isaf — la forza internazionale a guida Nato — nella regione.