Il presidente del Livorno, Aldo Spinelli, incita i suoi a fargli il regalo della vittoria contro il Napoli al San Paolo: “È una gara affascinante in tutti i sensi. Per i giocatori, ma anche per i nostri tifosi. Giocare al San Paolo contro il Napoli è il massimo. Quanto a stimoli e motivazioni non dovrebbero esserci problemi. Queste sono le classiche partite che dal punto di vista del temperamento si preparano da sole. Pronostico scritto? Se giochiamo con la stessa grinta e la medesima attenzione dell’Arsenal l’altra sera possiamo fare risultato. Sicuramente non dobbiamo chiuderci. Almeno nelle intenzioni dobbiamo pensare di giocare a viso aperto, tanto se ci difendiamo ad oltranza il finale è scritto perché loro sono più forti anche se noi abbiamo un Paulinho in più. Ho pronosticato che segnerà. Sì, sono proprio convinto che lo vedremo esultare al San Paolo.
Per una notte il Napoli è stato mio – rivela il presidente del Livorno– Avevo offerto 100 miliardi per comprare la società. Era il periodo del dopo Ferlaino e la proprietà aveva accettato. L’acquisto era praticamente definito. Avrei preso l’80% delle quote. Il rimanente 20% sarebbe rimasto a Corbelli. Conosco Gianni da tantissimi anni. Volevo che restasse con me perché non sapevo fino in fondo che cosa avrei trovato dentro la società e lui mi sarebbe stato d’aiuto di fronte a qualsiasi evenienza. L’affare saltò perché la mattina dopo spuntò Naldi che di miliardi ne offrì 140 e il Napoli fu suo. Ambizioni? Avevo davvero grandi ambizioni. D’altronde non può essere altrimenti quando ci si misura con una piazza come quella partenopea. Lì c’è gente che non mangia pur di andare allo stadio. C’è una passione incredibile”.